giovedì 23 ottobre 2014

Un caffè con...la Casa di U'

Napoli è una città la cui immagine, sotto la lente dei riflettori mediatici è focalizzata, amplificata  e diffusa spesso attraverso una luce non sempre gradevole e rassicurante. I fatti di cronaca dipingono quella Napoli che è ben lungi dalla calamita culturale, paesaggistica e artistica che invece rappresenta da millenni. Eppure, per fortuna direi, esiste un’altra Napoli, una città ricca di entusiasmo, fantasia, carica di iniziative originali e utili sia al singolo cittadino che alla comunità intera fino ad espandere i suoi benefici oltre i confini del mare e dell’imponente Vesuvio.
Nel quartiere collinare del Vomero nasce un locale che rende Napoli un ponte tra le culture del mondo, un collegamento, un abbraccio virtuale, caldo ed accogliente, in grado di  stabilire modi di comunicare, di intrattenere, di incontrarsi attraverso l’ausilio di antropologi, educatori, viaggiatori, filosofi, scrittori, giornalisti, esperti di marketing e comunicazione, case editrici che promuovono una cultura della conoscenza, dell’inclusione, dello scambio e dell’integrazione: Casa di U’!
Oggi incontro virtualmente gli organizzatori di questo innovativo progetto nella persona di Antonella Veltri che si occupa dell'accoglienza clienti e che risponde a qualche domanda.
1) Quale filosofia anima le attività proposte dalla Casa di U’?
R: Casa di U’ vuole essere un locale di intrattenimento a sfondo culturale serio, ma non serioso, rivolto a tipologie di persone diverse in base alla fascia oraria.

Insomma chi ha detto che non si possa unire l’utile al dilettevole? Chi di noi non pensa “mi piacerebbe fare qualcosa di diverso” e ogni volta deve cercare singole iniziative in luoghi diversi. Noi cerchiamo di riunirle a Casa di U’.
In molte
attività proponiamo il tema delle culture straniere, una specie di viaggio virtuale, un pretesto per viaggiare con la fantasia, come avviene nelle feste per i bambini dove offriamo ai genitori la possibilità di scegliere la festa a tema Svezia con lo spettacolo di Pippicalzelunghe o Inghillterra con Re Artù e così via.
2) Tra le innumerevoli ed interessanti iniziative proposte mi ha particolarmente incuriosito lo “psicoaperitivo”, di cosa si tratta?
R: Si tratta di momenti di socializzazione combinati alla logica degli incontri motivazionali. Ogni volta si affrontano argomenti di interesse comune. Un modo serio, ma appunto non serioso, per interagire con veri professionisti del settore, ma anche un modo per fare amicizia, trascorrere il tempo in modo diverso, mai banale.
3)Quali sono le tipologie di utenti a cui sono rivolte le iniziative della Casa di U’?
R: Inizialmente il pubblico erano i bambini. Oggi sono state sviluppate attività in modo da individuare diversi targets:
. le scuole elementari e materne, che portano in gita i bambini per attività ricreative a tema socio-culturale-giocoso e ricreativo.
. i bambini,  con laboratori di vario tipo e feste private.
. gli adulti, con aperitivi a sfondo culturale come lo psicoaperitivo, l’aperiwine

(degustazioni di vino con sommelier), l’aperivarte
 (aperitivo con esposizioni, guida del curatore, ecc ), le serate musicali a tema nazione e anche qui le feste private che possono essere scelte con il pacchetto base o con la riproposizione di uno di questi servizi di
intrattenimento offerti, ma in veste privata.
4) Fino ad ora quali riscontri ha avuto la Casa di U’ e come sono recepite le proposte avviate?
Abbiamo cambiato approccio solo da settembre. Ci sono tante cose che vorremmo fare e sviluppare, ovviamente ci vuole del tempo. L’interesse da parte del pubblico è decisamente buono.



Ringrazio gli organizzatori ed ideatori della “Casa di U’” ed in particolare ringrazio il modo entusiasmante e originale con cui l’idea viene portata avanti, testimonianza che “se puoi sognarlo, puoi farlo!”


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